L’occasione fa l’uomo ladro…di biciclette.

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pedalgronda
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Biografia: Sono nato a Milano e qui ho sempre vissuto: 34 anni, Ingegnere meccanico (indirizzo materiali metallici) dal 2002. Dal 2005 sono attivo nel volontariato per la difesa dell'ambiente e per il miglioramento della mobilità a Milano. Come molti Milanesi (che ancora non lo sanno) sono asmatico. Posseggo 11 biciclette ma la maggior parte sono vecchie e scassate in attesa di essere sistemate. Sono sposato con una fanatica della bicicletta come me e ho un cane che viene con noi in bici.
Bicicletta: Una MTB decathlon con freni Vbrake, cambi sram, forcella ammortizzata e telaio in alluminio.
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L’occasione fa l’uomo ladro…di biciclette.

Messaggio da pedalgronda »

Vi allego l'articolo scritto per il giornale aziendale del mio amico Gottlob.


Io sono un bell’esempio di vita sedentaria. Vado al lavoro in auto, passo la mia giornata lavorativa alla mia scrivania di fronte ad un computer e per le palestre sono più un azionista che un utente (pago l’abbonamento per dare seguito ai buoni propositi, ma non le frequento). Dato il lavoro che svolgo, legato all’informatica, la parte che mantengo maggiormente in esercizio sono le falangi delle mie dita e i polpastrelli. Dico questo non per vantarmi della mia forza d’inerzia, ma per rinforzare il messaggio che voglio passare con questo articolo e che tenterò di sviluppare qui di seguito. Come si evince dal titolo il tema sono le biciclette, un mezzo di locomozione che ho sempre guardato con sospetto: ho cari ricordi d’infanzia legati alla bicicletta, ma non sono mai riuscito a considerarlo un mezzo sensato per gli spostamenti quotidiani; a Milano a dominare sono le automobili. Ho sempre pensato ai ciclisti come a degli stoici capaci, per amore del loro mezzo di locomozione, di sopportare ogni tipo di affronto: gas di scarico, pericolo continuo di essere investiti, lotte con i pedoni per i pochi spazi lasciati liberi dalle auto; insomma, dei Don Chisciotte intenti a combattere la loro battaglia contro i mulini a vento. Da qualche mese passo gran parte del mio tempo nel paese che per i mulini a vento e per le biciclette è famoso: l’Olanda. E io, antisportivo, pigro, sempre pronto a prendere l’auto, qui in Olanda ho una bicicletta da cui non mi separo mai: l’ho battezzata altezzosamente “Highway Star” (niente male per un vecchio modello arrugginito). Mi sono soffermato a riflettere su come sia avvenuta in me questa trasformazione ed ho capito che la scelta di utilizzare la bici come mezzo di locomozione prediletto può non essere solo una scelta legata all’amore per il mezzo in sé o per l’attività sportiva (in me, come avete capito, queste motivazioni attecchiscono poco). Credo semplicemente che in Olanda sussistano le condizioni perfette perché la bicicletta sia il mezzo di locomozione dominante: non ha rivali, è il mezzo più comodo per raggiungere qualsiasi meta a medio raggio senza essere inghiottiti dal traffico o dover attendere i mezzi di trasporto. Chiunque è condotto, per ragioni più di opportunismo che legate all’ecologia o allo sport, a fare della bicicletta una compagna inseparabile. La rete di piste ciclabili è estesa quasi quanto quella stradale e permette di raggiungere ogni destinazione. Per raggiungere il negozio nel quale lavoro dal centro di Haarlem dove vivo (solo 3 km) ci sono almeno una decina di possibili piste da seguire: la cosa mi solleva molto permettendomi di evitare un fastidioso ponte per me insormontabile (sì, la pigrizia può essere, fortunatamente, esercitata anche in sella a una bicicletta). Ogni stazione dei treni è dotata di depositi per le biciclette: quella di Amsterdam è incredibile, la vista delle file sconfinate di biciclette lascia senza fiato. Ci sono semafori dedicati alle bici, che tendenzialmente hanno la precedenza su tutto e il campanello di una bicicletta in Olanda smuove più di qualsiasi tromba bitonale di autoarticolato. Ogni rampa pubblica di scale è dotata di un canale dove far scorrere le ruote delle biciclette semplificando la vita di chi vuole, ad esempio, con sé la propria bicicletta all’interno delle stazioni ferroviarie per portarla in treno. Una segnaletica dettaglia e presente ovunque fornisce indicazioni precise sia per muoversi all’interno delle città sia su come spostarsi da una città all’altra in bicicletta: c’ho messo un paio di mesi per capire che i cartelli rossi che indicavano le distanze tra le città fossero dedicati alle piste ciclabili; mi ci è voluto tempo per concepirlo. Non da ultimo l’effetto estetico offerto dalle bici (specie, dal mio punto di vista, se cavalcate da ragazze alte, bionde con gonne “fiorite”): difficile preferire i rumorosi clacson e motori delle automobili di grande cilindrata cui sono abituato a Milano. Per dare una nota di colore posso aggiungere che pare ci sia, ad Amsterdam, un vasto mercato nero di biciclette rubate e che gli spacciatori per strada oltre a offrire svariati tipi di droghe offrano anche biciclette rubate a costi molto bassi (meglio non svelare come ho ottenuto la mia bicicletta). L’utilizzo continuo della bicicletta indotto dalle tante condizioni favorevoli in Olanda mi ha permesso di verificare quello che mi ripete sempre un amico che ho sempre considerato un Don Chisciotte: “la bicicletta migliora il traffico, l'ambiente, la salute e l'umore”. Quello che manca a volte è semplicemente l’occasione di poter rubare una bicicletta e verificare da sé.
Io, GG, sono nato e vivo a Milano (G.Gaber)
GiuseppeMarrasi
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Re: L’occasione fa l’uomo ladro…di biciclette.

Messaggio da GiuseppeMarrasi »

sembra ieri e son passati dieci anni...
:) scusate la tastiera figlia d'android
http://www.jobike.it/forum/topic.asp?AR ... C_ID=14792

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