tristezza

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fryederich
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tristezza

Messaggio da fryederich »

pedalgronda
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Re: tristezza

Messaggio da pedalgronda »

il titolo di questa discussione è perfetto e sull'argomento preferisco non esprimermi.
Queste tante, troppe, tragedie causate dai veicoli a motore un solo filo comune mi sembra le tenga insieme: non sono incidenti.
Incidente è per definizione: imprevisto più o meno grave, che interrompe lo svolgimento di qualcosa
Quante auto e moto sono passate per le ciclabili di tutta italia? Non è un incidente quando la disgrazia accade, è fortuna quando non accade.
Lo stesso vale per il (mancato) rispetto dei limiti di velocità, le precedenze sulle strisce ecc ecc.
Tutte le sere devo fare 15 minuti a piedi dalla fermata del bus a casa. poche centinaia di metri, 2 strade da attraversare sulle strisce ma ogni volta è un terno al lotto. Se esercitassi il mio diritto di precedenza verrei investito una volta alla settimana: i giornali parlerebbero di incidente. Non sarebbe così.
Non è punendo in modo esemplare DOPO gli autori di un investimento che si evita che accada ancora. E' punendo PRIMA chiunque non rispetti il codice della strada, in ogni suo articolo, che si evita che tragedie come questa accadano con la frequenza a cui ci siamo abituati. A nulla serve invocare il senso civico.
Negli anni 90 a Milano era pieno di autovelox mobili. Oggi non se ne vedono più. E' "incidente" se poi le auto che vanno forte investono un pedone o un ciclista? E' un "imprevisto"?
Io, GG, sono nato e vivo a Milano (G.Gaber)
Faustbike
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Biografia: Ciao! da tanti anni uso la bici come primo mezzo di trasporto, così la mia dolce sposa e le mie figlie. La spesa con bici+carrello ed al lavoro bici+treno (andata in treno e ritorno pedalando). MI diverte e mi rilassa! Ora sogno il passaggio alle recumbent....
altre cose? ho 42 anni, mi occupo di efficienza nei processi industriali, sposato con Gianna ed abbiamo due figlie, Rita ed Elisa...
Fausto
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Re: tristezza

Messaggio da Faustbike »

pedalgronda ha scritto: Non è punendo in modo esemplare .
il problema è che non vengono puniti in modo esemplare, nè prima nè dopo.
Chi ha ucciso quel bambino merita ben più di un anno e qualcosa.. merita 25/30 anni, merita l'impossibilità - a vita - di prender la patente, merita di ricordarsi per sempre di quel che ha fatto.

forse quando s'inizierà a punire VERAMENTE i colpevoli, aggiungeremo un deterrente in più, che oggi non esiste. Per il resto condivido all'infinito la tristezza per una notiza che non avrei mai voluto leggere......

Fausto
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fryederich
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Re: tristezza

Messaggio da fryederich »

"Tristezza" non era riferita alla pena inflitta, dove la caratteristica più importante dovrebbe essere non l'entità della pensa bensì il percorso di crescita seguito dal detenuto. "Tristezza" era riferita al fatto in sé. Riconosco i sentimenti che hanno guidato i due ragazzi, ne riconosco l'immaturità: l'essere sempre un passo o più al di là delle regole e l'incapacità di assumersi le proprie responsabilità. Io li ho vissuti, credo anche voi. L'ambiente in cui sono cresciuti è il mio stesso ambiente, dove la leggenda del paese è un ragazzo che ha seminato più volte i carabinieri, bruciando chissà quanti stop, mettendo potenzialmente a rischio chissà quante vite. Tutti lo conoscono ma nessuno ne censura il comportamento, anzi nasce una sorta di ammirazione, che sottolinea come la maturità sia un bene molto raro. Immaturità che si concretizza tutti i giorni per esempio nel sorpassare chi si ferma per far attraversare un pedone.

Questa è la mia tristezza: il fatto che l'episodio non è caso, come dice giustamente pedalgronda, ma è sintomo di un qualcosa di cui la nostra società è intrisa.

(momento di pessimismo cosmico!!!)
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Re: tristezza

Messaggio da pedalgronda »

a proposito dell'uso della parola "incidente"

http://www.corriere.it/

Se prendo l'auto e mi butto volontariamente contro un gruppo di persone si parlerebbe ancora di "incidente"??? Quando il conducente di un auto, anche se non è questo il caso, va su una ciclabile o non rispetta il limite di velocità o sorpassa (anche ciclisti) facendo il pelo, non c'è più, a mio giudizio, il concetto di "imprevisto" esplicitato nella definizione di incidente.

Quelli che i giornali chiamano "incidenti" si evitano in un modo solo: con regole della strada chiare e organi di vigilanza diffusi che le facciano rispettare PRIMA. Ovvero quello che accade nei paesi civili.
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Re: tristezza

Messaggio da Faustbike »

fryederich ha scritto:Riconosco i sentimenti che hanno guidato i due ragazzi, ne riconosco l'immaturità: l'essere sempre un passo o più al di là delle regole e l'incapacità di assumersi le proprie responsabilità.
Questa è la mia tristezza: il fatto che l'episodio non è caso, come dice giustamente pedalgronda, ma è sintomo di un qualcosa di cui la nostra società è intrisa.
(momento di pessimismo cosmico!!!)
Ciao,

scusa ma non mi riconosco per nulla nei sentimenti dei due ragazzi. Sarò forse cresciuto ed educato in una famiglia particolare, ma per me la velocità era Agostini in pista, non fare l'idiota per le vie della città; per me la responsabilità è quella che mi hanno consegnato i miei genitori chiedendomi di scegliere liberamente sulle questioni della vita, e non a 20 anni, ma a 12 quando decidi il tuo futuro o quando andavo alle elementari da solo accompagnando mia sorella: sei responsabile anche di lei!

No, non ci sto. Scusami ancora. Ho 45 anni, 27 di patente, ZERO multe - compresi divieti di sosta - centinaia di migliaia di km in auto, alcuni anni a 50/60.000, ed anche in moto. Ma se volevo correre andavo in pista con il motoclub, non dicerto lungo le piste ciclabili.

Mi spiace, io sono triste per i tuoi motivi ma anche per i miei, vadano in prigione, ci restino 20/30 anni, che meditino, che capiscano; un anno e qualche mese non serve a responsabilizzarli....

Fausto
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Re: tristezza

Messaggio da fryederich »

Ciao Fausto,

nemmeno io facevo l'idiota per le strade della città, però credo che sia fisiologico nella crescita di una persona provare la voglia di trasgredire. Questa tendenza deve essere temperata dal senso di responsabilità, che ci fa comprendere il senso delle regole.
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