dispiace ma dall' idea di una proposta di patente per ciclisti mi dissocio.
Le motivazioni contro più evidenti sono già state dette e penso che siano giuste, oltremodo però penso che ci siano delle lacune da colmare o quantomeno da prendere in esame, per le varie tipologie ciclistiche. Sarebbero talmente tante le sfumature da elencarle che l' elenco diventerebbe lunghissimo e inappropriato, però ci sono delle macrocategorie che potremmo racchiudere in:
1 Assolutamente vero, i clicloamatori sportivi della domenica (Cicloamatori agonisti dilettanti) quando fanno branco sono solitamente indisciplinati nei confronti del cds, raramente viaggiano in fila indiana, i semafori vengono considerati come inutili e scomodi dazzi, si sentono tutti quanti grandi campioni al giro d' Italia, semplicemente dal fatto di avere acquistato l' ultimo modello di bici che poi è quello che il marketing vuole far credere che utilizzano i campioni. E' anche vero però che (trovandomi in mezzo spesso, perchè anche io pratico bdc a livello sportivo e non puoi sempre allenarti da solo e delle volte percorrere le ciclabili è impraticabile) in certe situazioni, quando e solo l' ampiezza della strada lo permette per i cicloamatori stare in gruppo è anche un fattore di sicurezza (oltre un modo per riprendere fiato). Ma come direte voi, ebbene si, stare in gruppo ti da maggiore visibilità e per paradosso (teoria dei banchi di sardine) ti fa sentire più importante e di conseguenza l' automobilista è costretto a rallentare (magari puoi suona o ti insulta), non ti sfreccia a 120km/h a meno di 1 metro di distanza, si accoda e quando il traffico lo permette mette la freccia e ti supera. Che poi è praticamente la stessa dinamica che incontra l' automobilista quando trova davanti un veicolo lento. Non ammetto (e non pratico) invece, sempre da parte dei cicloamatori della domenica, bruciare i semafori (quante volte mi sono trovato con anche compagni occasionali di strada, che bruciano i semafori e io essendomi fermato mi sono poi dovuto fare la fuga in solitaria per andarli a riprendere (in questo caso ero io che li insultavo).
Pratico lo sport del ciclismo ma non sono un maniaco della grammomania e pertanto se prevedo che dovrò fare un' uscita dove magari farò tardi nel rientro e/o sul percorso che ho scelto ci potrebbero essere delle gallerie e/o per questioni climatiche non c'è buona visibilità, porto con me SEMPRE luci di posizione e bretelle come da cds, non sono quei pochi gr che mi compromettono la prestazione, semmai è il contrario, sono quei pochi gr che NON mi compromettono la vita.
Di regola chi fa agonismo fa parte di una squadra dilettantistica, possiede per così dire un cartellino con rinnovo annuale, con visita medica che abilita alla pratica sportiva presso una struttura abilitata dal Coni e copertura assicurativa per danni contro terzi. Una buona e seria associazione sportiva dilettantistica
deve regolamentare la disciplina dei suoi iscritti, dare consigli e formare dei ciclisti rispettosi del prossimo e delle regole sportive. Nei casi di comportamenti non idonei sia in allenamento che durante le manifestazioni sportive ammonirli fino alla radiazione dalla società a cui sono iscritti, fino ad arrivare, nei casi più gravi all' esclusione di partecipazione nelle competizioni sportive regolamentate dalle diverse federazioni.
In questa categoria ci sono anche sezioni di cicloamatori amanti del mezzo MTB o Ciclocross, ma in questi due casi i "campi di gara" sono ben definiti e solitamente non danno intralcio alla circolazione.
2Randonnèè anello di congiunzione tra il ciclista della domenica e il cicloviaggiatore, per i suoi brevetti su lunghe distanze (minimo 200km) senza accamparsi e generalmente in solitaria, ha una considerevole esperienza della strada, ridotto equippaggiamento al seguito, ma l' aspetto sicurezza è sempre al primo posto, per i veri brevetti da randoneu non puoi superare una velocità di media massima (di solito i 30km) se questo accade al successivo point vieni stoppato in attesa della coincidenza della forchetta di passaggio dal posto di timbro. A un vero randeneu la patente non serve, potrebbe dare lezioni universitarie sul comportamento ciclistico. Anche in questo caso è frequente che chi partecipa ad una rando sia iscritto ad un' associazione sportiva come sopra.
3Cicloviaggiatore, solitamente è quello più mansueto, tranquillo, l' importante per lui non è arrivare l' importante è il viaggio, solitamente sempre ben equipaggiato per ogni tipo di evenienza. Solitamente da preferenza a strade poco trafficate, per queste sue caratteristiche è quello maggiormente intriso di cultura ciclistica a lui la pantente non serve, sa comportarsi nel migliore dei modi in qualunque situazione, conosce tutti i tipi di condizioni climatiche e sa il miglore comportamento da adottare per restare in sicurezza e non essere fattore di pericolo.
4Cicloturista, dare una definizione è un pò difficile poichè si potrette parlare della grande maggioranza degli utenti. Potrebbe trattarsi di un una persona alle primi armi, piuttosto che di un ciclista sportivo della domenica in riposo. Volendo fare delle supposizioni questa stragrande maggioranza di utenti della due ruote, sono coloro che solitamente utilizzano la bici in modo sporadico ed occasionale. Solo quando fa bel tempo e con scelta accurata dei percorsi. Non tutti hanno buona conocenza del mezzo e delle loro capacità fisiche. Il mezzo utilizzato solitamente è una bici ibrida o mtb (spesso sovradimenzionata rispetto alle reali necessità di percorso o di prestazione). Solitamente è il primo livello di crescita di una passione che è appena sbocciata, a questa categoria sono utili e necessare informazioni di percorsi sicuri (vedesi ad esempio questo sito) ed informazioni di carattere generale. Associazioni tipo Fiab potrebbero essere un buon inizio per conoscere il mondo bike come strumento di divertimento e di svago e conoscere diritti e doveri in strada.
5Ciclista urbano, qui c'è di tutto, un gran fritto misto. Qui si dovrebbero concentrare i maggiori sforzi e risorse delle amministrazioni cittadine, associazioni di categoria e perchè no anche produttori. Per creare percorsi sicuri, fare divulgazione dei giusti comportamenti da adottare quando siamo in sella e il rispetto delle regole. Ma imporre una patente avrebbe effetto devastante sull' utilizzo, si creerebbe un' effetto collo di bottiglia, e quel poco che finora giusto o sbagliato che si è fatto per promuovere l' utilizzo della bici andrebbe spazzato via.
6I ciclisti del domani, sarebbe bello che pratiche come
questa diventassero abitudine nelle scuole e fossero maggiormente spinte dalle amministrazioni locali. Potrebbe essere questa una valida risposta per creare in futuro una nuova generazione illuminata e consapevole nell' utilizzo di questo fantastico strumento dal nome bicicletta.