Bici elettriche: bici o ciclomotori? per fare chiarezza...

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anellofluvialepd
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Bici elettriche: bici o ciclomotori? per fare chiarezza...

Messaggio da anellofluvialepd »

Bici elettriche: bici o ciclomotori? per fare chiarezza...

Alla luce di quanto accaduto qualche giorno fa a Padova (vd. http://www.piste-ciclabili.com/forum/vi ... f=5&t=1334 ) circa il ciclista multato sulla sua bici elettrica perché considerata dai vigili un ciclomotore (pertanto necessaria targa, assicurazione e casco conducente...), il quotidiano locale "Il Gazzettino" ha cercato di fare un po' di chiarezza con due articoli. Penso siano molto interessanti per comprendere le sfumature legislative e tecnologiche che stanno destando confusione o perplessità tra gli utenti, spesso in polemica con i venditori che non hanno dato informazioni precise al momento dell'acquisto...
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Bici elettriche, otto su dieci in circolazione sono "motorini"
Il Codice definisce biciclette solo quelle il cui motore si ferma quando si smette di pedalare. Le altre sono considerate ciclomotori e devono avere assicurazione, targa, patente. Ma molta gente non lo sa
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L'apparenza inganna, e che inganno. Per scoprire se si tratta di una bicicletta assistita o di una semplice bicicletta elettrica bisogna essere dei veri intenditori. E molto spesso l'occhio da solo non basta: bisogna salirci sopra e verificare se il motorino elettrico si spegne quando si alza il pedale. Ma se la differenza apparente è una questione di lana caprina, non lo è la sostanza: chi viaggia senza casco, assicurazione e immatricolazione su una bicicletta elettrica rischia 1496 euro di multa oltre la confisca del mezzo. La cosa curiosa è che la quasi totalità della persone che per senso ecologico hanno deciso di inforcare la bici elettrica non ne conoscono la differenza e continuano a viaggiare ignari di essere seduti su una infrazione bella e buona. Si calcola che su 10 biciclette con motorino elettrico solo 2 siano veramente assistite, con le conseguenze che si possono immaginare.

Anche quest'anno la regione Veneto ha impegnato 200mila euro (100mila per i capoluoghi e gli altri per i comuni minori) per sovvenzionare i convinti assertori della pedalata assistita, contro i 470 che erano arrivati in passato (per 1700 biciclette): oltre 800 le due ruote bruciate in poco tempo grazie al sovvenzionamento. Sono andate nei comuni capoluogo, il numero più alto (101) a Venezia, e nei 51 comuni a rischio PM10. E in questi ultimi mesi dell'anno la corsa è alla rottamazione del motorino per accedere al contributo (200 euro).

L'ignaro utente però spesso non comprende la differenza tra bicicletta elettrica a pedalata assistita e non, e finisce quindi con il girare per la città con un mezzo che lo mette fuori da tutte le norme. È la disavventura accaduta a un cicloamatore padovano, multato per 1395 euro. Ma, assicurano i produttori, si tratta solo di una persona caduta nella rete, l'esercito dei fuori norma è ben più vasto.

Le biciclette a pedalata assistita hanno come caratteristica principale il fatto che il motore non è in funzione quando non si pedala; infine il motore ausiliario elettrico non deve superare la potenza massima di 0.25 kW. Le biciclette a motore invece sono quelle che hanno un propulsore che funziona autonomamente anche senza la pedalata e hanno una potenza superiore a 0.25kW o un sistema propulsivo diverso da quello elettrico. Per il Codice della strada la bicicletta a motore elettrico è parificata al ciclomotore e quindi deve rispettare le norme; lo stesso però vale se è montato un motore che funziona sia a pedalata assistita sia come motore autonomo.
Ma se a seguito di un controllo un veicolo risulta essere un ciclomotore, anziché un velocipede, si sommano così tante infrazioni al Codice della Strada che qualche centinaia di euro non bastano per pagare le multe.
In primo luogo si incorre nel sequestro amministrativo per mancanza di certificato di circolazione: sanzione da 131 euro.
A questo segue la mancanza di copertura assicurativa: 716 euro, alla quale va aggiunta l'assenza di targa: 65 euro, del casco, 68 euro e se il conducente è minorenne senza patentino o maggiorenne senza patentino o patente si aggiungono altri 516 euro.
Il tutto per un totale di 1496 euro: quasi il doppio del costo del mezzo che viene naturalmente sequestrato.

Per agevolare l'uso delle biciclette elettriche , cosiddette "a pedalata assistita", e fornire adeguato sostegno alla promozione della mobilità sostenibile, la Regione Veneto distribuisce ai Comuni a rischio inquinamento individuati nel Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, sovvenzioni per ogni bicicletta acquistata fino ad esaurimento dei fondi. Tra la Regione, i Comuni capoluogo e quelli riconosciuti a rischio di inquinamento da PM10 e le ditte fornitrici aderenti all'iniziativa è stato sottoscritto un protocollo d'intesa per fornire indicazioni sulla tipologia di veicoli a due ruote oggetto del contributo e regole relative alla procedura di accesso alla sovvenzione, nonché gli impegni dei produttori e dei rivenditori nei confronti degli acquirenti.

«C'è una grandissima richiesta e i contributi regionali vengono consumati quasi subito - spiega Gary Fabris, responsabile commerciale della ItalWin, una delle aziende leader nel settore con 350 punti vendita in tutta Italia - Certo la gente quando viene da noi chiede una bicicletta elettrica e se spieghiamo che le nostre sono assistite e non sono veri e propri motorini, la maggior parte se ne va: la filosofia è quella che tanto nessuno alla fine si accorge su cosa si stia viaggiando e quindi una bici elettrica è più comoda». Dalle indagini risulta che in città come Chioggia o Parma il numero delle bici elettriche che non sono "in regola" è elevatissimo.
Daniela Boresi
http://www.gazzettino.it/VisualizzaArti ... elettriche
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I VIGILI URBANI: «Abbiamo scoperto la differenza dopo un incidente: sono praticamente identiche»

Il problema esiste, eccome. Se un profano fatica a distinguere una bicicletta assistita da un motorino, la polizia municipale non ha certo vita più facile. Le caratteristiche che differenziano i due mezzi sono infatti così irrisorie che neppure l'occhio attento ed allenato di un vigile urbano è in grado di carpire.

«E' innegabilmente un grosso problema - sottolinea Sergio Abbate, comandante della Polizia Municipale di Trieste e coordinatore delle Polizie municipali del Nordest - Sono per altro convinto che lo stesso utente spesso non sappia che mezzo ha acquistato e giri su una due ruote fuori norma perché non ha assicurazione, targa, non mette il casco e magari non ha né patente né patentino senza saperlo». In effetti chi controlla si può accorgere della differenza solo provando il mezzo. «Oppure vedendolo in azione - aggiunge il comandante - Se si vede una due ruote elettrica che consente al suo conducente di non pedalare, ci troviamo di fronte ad un motorino. Ma come si può immaginare, bisogna avere la fortuna di cogliere il ciclista, o meglio il non ciclista, sul fatto». Ma sulla buona fede di chi acquista il comandante Abbate è certo. «Sono davvero convinto che non sempre agli utenti vengono spiegate le differenze e questo ingenera moltissimi e spiacevoli equivoci».

Concorda Lucio Terrin, comandante della Polizia municipale di Padova. «Noi abbiamo scoperto che esiste una differenza il giorno che è avvenuto un incidente che ha visto coinvolto una bici che bici non era - spiega - Ci rendiamo conto che per gli utenti sia difficile destreggiarsi in questa giungla: certo, da parte nostra non ci sarà nessuna caccia alle streghe. Se nei nostri normali controlli troviamo qualcuno che non è in regola verrà multato, ma non andremo a cercarli». E quanto sia difficile comprendere la differenza tra un mezzo e l'altro lo testimonia la spontanea dichiarazione di un comandante dei vigili di una città del Nordest, che candidamente ammette di non essere a conoscenza dell'esistenza di queste due categorie: «Una bici elettrica è una bici elettrica e un motorino è un motorino», ma poi aggiunge: «Probabilmente non ne ho mai vista una».
D. B.
http://www.gazzettino.it/VisualizzaArti ... &Pagina=10
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GLM
Messaggi: 2
Iscritto il: 19 lug 2008, 11:59 pm

Re: Bici elettriche: bici o ciclomotori? per fare chiarezza...

Messaggio da GLM »

Il concetto è molto semplice ed è spiegato qui: http://www.greenlinemobility.it

Riassumendo: le bici elettriche sono nate molti anni fa per funzionare come motorini.
Solo recentemente la normativa ne ha prescritto le caratteristiche.
Molti costruttori non potendo rinnovare i loro prodotti si sono arrangiati per rendere legali queste bici di vecchia concezione.
Per tentare di farle diventare "a pedalata assistita" hanno semplicemente inserito uno o più magneti nella corona, ma il principio della bici, è rimasto esattamente tale e quale: motorino, solo che invece di accelerare si girano i pedali a vuoto senza cioè nessuno sforzo e/o attività fisica.

E' improprio definire queste bici così concepite "a pedalata assistita" in quanto l'assistenza non dovrebbe essere regolata da un comando tipo acceleratore ma avvenire in modo più naturale come siamo abituati a ricevere l'aiuto del servofreno o del servosterzo dell'auto.

Alcune bici definite a norma, funzionano addirittura pedalando indietro o facendo solo mezzo giro di pedale.
In questo caso la bici rimane motorino ma con questo stratagemma elude il vaglio della legge che è carente ed assurda e ne permette la commercializzazione.

Un'altra contraddizione della legge è nel limite di velocità che viene imposto al funzionamento del motore: 25 km/h
Basti pensare che con una bici a motore spento, in discesa, si possono raggiungere LEGALMENTE anche i 70 km/h!

Quindi, dove sta la sicurezza???

Le vere bici a pedalata assistita sono quelle in grado di interpretare lo sforzo esercitato sui pedali e non solo il semplice movimento degli stessi.

L'azienda più prestigiosa che produce queste bici realmente a pedalata assistita si trova in Svizzera, le bici si chiamano FLYER (http://www.flyerbici.com).
In Italia non sono molto diffuse a causa del loro prezzo elevato e dei tempi lunghi per la consegna.

Esiste anche un modello finlandese HELKAMA che ha dotazioni un po' più modeste e prezzi più contenuti: http://www.helkama.it

Questi marchi rappresentano quanto di meglio e di affidabile offra il mercato mondiale.

Flyer ed Helkama sono bici leggere, con batterie non inquinanti, in grado di avere autonomia anche di 80 km, sono robuste, sicure ed affidabili.

http://www.youtube.com/watch?v=f2OYz0m3P70

Le limitazioni imposte dalla legge non garantiscono la sicurezza di un mezzo.

Le bici elettriche più diffuse hanno un peso eccessivo: circa 38 kg hanno batterie fortemente inquinanti (al piombo o peggio ancora al nichel) che le rendono tutt'altro che mezzi ecologici, hanno un impianto frenante sottodimensionato e sono costruite in economia con caratteristiche strutturali carenti.

Una buona bici da turismo o da città costa circa 1000 euro...
...può sembrare un prezzo esagerato ma per assurdo gli Italiani sono quelli che spendono di più per un telefono cellulare, (quando si può telefonare benissimo anche con un tel da 30 euro) e non hanno la minima ideaa di come debba essere una bici di qualità (a meno che non si tratti di una bici da corsa o di una MTB).
E' evidente che una bici dotata di tecnologia elettronica (e non elettrica) costerà non meno di una bici di qualità.

L'Italia è la discarica mondiale delle bici elettriche che ormai non si vendono più neanche in Cina!
La legge dovrebbe considerare che una bici per essere considerata tale non dovrebbe pesare di più di 30 kg, dovrebbe avere una frenata certificata, capacità di sterzata e di tenuta della strada, non dovrebbe rompersi cadendo per terra... e prima di fare una legge si dovrebbe sapere di cosa si sta parlando!
Molti politici si sono fatti riprendere a bordo di bici che tutto sono tranne che biciclette a pedalata assistita.

Il primo esempio in Italia di impiego di veri mezzi a pedalata assistita lo si deve ad Elisa Bracco, mobility manager della provincia di Torino

http://www.localport.it/eventi/notizie/ ... sp?N=36591

Immagine

Per maggiori informazioni:
Green Line Mobility s.r.l.
info@greenlinemobility.com
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